Passaggio al nuovo digitale terrestre DVB-T2, tutto quello che c'è da sapere

Il prossimo settembre, il digitale terrestre affronterà il primo degli switch-off previsti, il passaggio all’MPEG-4. Per arrivare preparati all’appuntamento, già adesso si possono controllare TV, decoder, antenna e centralino. Se necessario vanno adeguati o sostituiti, magari seguendo i nostri consigli pratici e la guida all’acquisto dei migliori ricevitori DTT sul mercato

Tra pochi mesi, il digitale terrestre si troverà ad affrontare il passaggio all'MPEG-4 per tutti i canali radiotelevisivi. Uno step evolutivo, che consentirà di ridurre lo spazio occupato dai canali all'interno delle frequenze a disposizione, e che è propedeutico a quello che sarà il grande appuntamento del 2022, il passaggio al nuovo digitale terrestre, con la transizione dal DVB-T al T2 e dall'MPEG-4 all'HEVC (H.265). Tutto questo per fare spazio alle frequenze del 5G sull'attuale banda televisiva UHF 700 (694-790 MHz – canali 49-60) che costringerà i broadcaster non solo a riorganizzare i propri multiplex sulle frequenze VHF/UHF a disposizione ma anche ad adottare le nuove tecnologie “salva-spazio” che comprimono il segnale per occupare meno banda mantenendo inalterati il numero e la qualità audio/video.

Come farsi trovare pronti all'appuntamento

I nuovi switch-off non saranno così traumatici come quelli del quadriennio 2008-2012, quando la televisione digitale DVB-T soppiantò quella analogica costringendo tutti gli italiani a cambiare il TV o acquistare un decoder. Tuttavia, produrranno effetti importanti, non solo sulle apparecchiature presenti in casa (TV, decoder, PVR digitali, schede tuner PC, ecc.), ma anche sull'impianto d'antenna.

I televisori e i decoder più datati, magari gli stessi acquistati per affrontare il passaggio dall'analogico al digitale, smetteranno di funzionare già dal 1° settembre prossimo. Tutti i modelli in vendita fino al 2017, invece, non “funzioneranno più” dal 30 giugno 2022, quando ci sarà il passaggio al DVB-T2 HEVC. Un discorso analogo si applica agli impianti di ricezione, in particolare alle antenne e ai centralini. Anche se le frequenze del futuro DTT non cambieranno rispetto a quelle attuali (si riducono), è probabile che gli impianti più vecchi possano accusare qualche malfunzionamento, dovuto in parte anche ai disturbi delle nuove frequenze del 5G nei confronti di quelle UHF più vicine.

Siamo pronti per il nuovo digitale terrestre DVB-T2?
Per non farsi trovare impreparati al primo dei due appuntamenti, quello del 1° settembre 2021, vogliamo fornirvi alcuni consigli utili per verificare se i vari TV e decoder presenti in casa, non solo in quella di residenza ma anche in quella al mare o in montagna, su camper e caravan, sono compatibili con le future trasmissioni in DVB-S MPEG-4 e DVB-S2 HEVC. Se non lo fossero, abbiamo preparato una guida all'acquisto dei migliori decoder DTT HD di ultima generazione (S2 HEVC) compatibili anche con il Bonus TV da 50 euro e talvolta dotati anche del tuner satellitare per chi ha già una parabola o prevede di acquistarla a breve.

Controllare l'antenna e misurare il segnale

Tra il 2008 e il 2012, una buona percentuale del parco antenne è stata sostituita o adeguata pur senza alcun obbligo visto che le frequenze operative del DTT erano le stesse dell'analogico (VHF e UHF). Nel 2013, con l'abbandono delle frequenze televisive in banda UHF 800 MHz (790-862 MHz – canali 61-69) per la cessione al 4G/LTE, diversi impianti di ricezione hanno iniziato a manifestare problemi sugli ultimi canali della nuova banda UHF (5960) causati dai segnali emessi dalle celle LTE in banda 800 MHz.

L'aggiunta di filtri RF passa-passo, cioè capaci di attenuare fortemente i segnali che superano una frequenza predefinita (l'ultimo canale UHF occupato dai mux), ha permesso di risolvere quasi tutti i problemi. Chi ha approfittato dell'occasione per sostituire la vecchia antenna con una nuova già dotata di filtro LTE o riprogettata per escludere a priori le frequenze in banda 800 MHz, non dovrà probabilmente cambiarla anche se, come hanno dimostrato diversi studi, i segnali di nuova generazione, ad alta e altissima definizione (4K) con elevati bitrate, prediligono antenne e centralini con componenti e tecnologie di nuova generazione.

In caso di disturbi generati dal 5G che dovessero emergere nel corso del 2022, basterà aggiungere un filtro lungo il percorso del segnale, dall'antenna al centralino e poi alle prese di casa. Di norma, le antenne di quel periodo erano state progettate tenendo conto delle evoluzioni tecnologiche previste (HD, DVB-T2, ecc.) e con materiali ad alta resistenza. In questi casi ci si può limitare a una semplice ispezione visiva e/o a una verifica strumentale. Nel primo caso bisogna recarsi sul tetto, ovviamente rispettando tutte le norme di sicurezza, controllare lo stato dei singoli elementi (dipolo, riflettori, balun, morsetti, ecc.), il cavo coassiale (per escludere eventuali spelature o schiacciature) e i collegamenti (spina F o morsetto).

Se l'antenna è almeno in buone condizioni ma il cablaggio risulta danneggiato, bisogna sostituirlo parzialmente oppure integralmente fino al centralino. La verifica strumentale si effettua invece con un misuratore di campo (palmare, tablet o full-size) nei vari punti dell'impianto, ovvero dopo l'antenna, a monte e valle del centralino e di altri elementi come partitori, divisori e prese. Il livello del segnale di ogni singolo mux misurato su tutte le prese di casa dovrebbe essere compreso tra 52 e 77 dBµV, il rapporto segnale/rumore di almeno 22-26 dB. Il MER dovrebbe essere superiore a 18 dB, il BER/ CBER minore di 2×10-04 e il VBER superiore a 1×10-07. Se non conoscete il significato di questi termini potete limitarvi a misurare il livello e la qualità del segnale, spesso tramite le barre colorate, oppure rivolgervi a un antennista professionista sia per le misure sia per l'ispezione visiva.

Con il nuovo digitale terrestre devo cambiare l'antenna?

Se l'antenna si trova sul tetto da almeno 10 anni, magari già tempo prima dello switch-off analogico, e non ha ricevuto un'adeguata manutenzione, è bene valutarne la sostituzione. I controlli saltuari sono importanti per scoprire tempestivamente fenomeni di corrosione, infiltrazioni d'acqua e umidità nel box connessioni, principi di rotture degli elementi e del palo di sostegno che, oltre a impedire la ricezione dei segnali, mettono a repentaglio la sicurezza di cose e persone, in particolare durante i fenomeni atmosferici più intensi (come tempeste di vento e acqua, trombe d'aria, ecc.) e sempre più frequenti non solo durante la stagione estiva. Le prime avvisaglie si manifestano con gli squadrettamenti sulle immagini televisive in concomitanza a forti precipitazioni e vento.

La sostituzione dell'antenna e, a seconda dei casi, anche del centralino di miscelazione e amplificazione, può essere fatta in qualunque momento, anche prima dello spegnimento della banda 700MHz.
Tutti i modelli in commercio, infatti, sono compatibili con il primo dividendo digitale, cioè coprono la banda UHF fino a 790 MHz. Inoltre sono già disponibili (o lo saranno a breve) anche le versioni compatibili con il secondo dividendo digitale che invece si “fermano” a 690 MHz. Nel primo caso, quando nel 2022 verrà spenta la banda 700 MHz basterà aggiungere, se necessario, un filtro 5G a valle dell'antenna oppure sostituire il vecchio centralino con uno nuovo “5G Ready”.

Se si decide di rottamare la vecchia antenna è bene orientarsi su quelle di nuova generazione che, oltre a essere più eleganti e rispettose del decoro urbano, impiegano materiali leggeri ma resistenti, sistemi di connessione più affidabili come la presa F (totalmente impermeabile) al posto del vecchio e scomodo morsetto a vite, filtri LTE/5G ad alta precisione (SAW). Alcuni modelli sono addirittura “intelligenti” perché riescono ad adattare automaticamente il loro guadagno (cioè regolare l'amplificazione) grazie all'AGC, in base alla quantità e alla qualità del segnale ricevuto, fornendo in uscita al centralino (o direttamente alle prese utente nei modelli con amplificatore integrato o esterno) un segnale perfettamente bilanciato. Un'analisi preventiva delle caratteristiche dell'impianto, meglio se effettuata da professionisti, permette di stabilire, con buona approssimazione, quale siano le antenne più idonee caso per caso (a elevato o basso guadagno, con tarature specifiche, passive oppure attive, ecc.).

Miscelatore, amplificatore e filtro 5G

Il centralino è il cuore dell'impianto perché deve svolgere il delicato compito di miscelare e amplificare i segnali provenienti dalle antenne, inviandoli poi a partitori, derivatori e prese. Anche i centralini hanno subito un'evoluzione tecnologica importante, soprattutto con l'arrivo delle trasmissioni digitali e del primo dividendo digitale. L'adozione di componenti elettronici specificatamente progettati per operare sulle frequenze più alte e la presenza di sistemi di modulazione del guadagno permettono di migliorare le prestazioni, soprattutto nelle condizioni più critiche.

L'eventuale sostituzione deve essere valutata con gli stessi criteri delle antenne: essendo un dispositivo perennemente alimentato e anche soggetto a picchi di tensione (come le scariche elettriche dei fulmini che cadono vicino alle antenne), non ha una vita illimitata. Se è già stato sostituito in occasione del primo dividendo digitale e non mostra segni di cedimento, non è assolutamente il caso di rottamarlo.

Vale la pena, però, verificare comunque i collegamenti dei cavi coassiali e le sue prestazioni sempre con un misuratore. Se ha più di 10 anni e di tanto in tanto le immagini televisive squadrettano, consigliamo di verificare la taratura degli eventuali controlli di guadagno/attenuazione, solo dopo aver appurato il perfetto funzionamento delle antenne, ed eventualmente la sostituzione con un modello di nuova generazione.

Tra questi spiccano i modelli “smart” con funzioni avanzate come gli ingressi programmabili, i filtri canale indipendenti e 4G/5G automatici. Permettono anche di impostare la dinamica AGC (ovvero il range di intervento del guadagno automatico) e/o il livello di uscita massimo per uno o più ingressi. Grazie a queste funzionalità, i centralini “smart” si adattano facilmente agli switch-off e ai dividendi digitali come quelli che ci attendono, senza bisogno di sostituirli ogni 5-10 anni ma semplicemente modificando una o più opzioni direttamente dal display.

Cavo antenna, prese e connettori

Ultima, ma non meno importante, è la verifica delle condizioni del cavo coassiale, delle prese e dei connettori antenna presenti nelle varie stanze di casa. Un cattivo collegamento tra il cavo coassiale e la presa a muro oppure lo spinotto IEC sul cavo diretto al TV può vanificare qualsiasi intervento operato a monte su antenne e centralino. In questo caso, la verifica è semplice, veloce e alla portata di tutti: basta controllare che la calza di schermatura del cavo non tocchi il polo interno, che il cavo non subisca schiacciamenti o curve troppo accentuate e che la prolunga tra la presa a muro e il TV sia in buone condizioni. Se necessario si possono rifare i collegamenti e sostituire la prolunga con una di buona qualità e con il connettore IEC adatto (maschio o femmina su entrambi i capi).

TV e decoder sono compatibili con il digitale terrestre DVB-T2?

Prima di analizzare le proposte del mercato dei decoder e scoprire quali tipologie permettono di soddisfare le singole esigenze, è fondamentale verificare se l'attuale TV o decoder ha le carte in regola per affrontare i prossimi switch-off. Il primo test è semplicissimo e istantaneo: basta sintonizzare uno dei canali HD già attivi da tempo come Rai 1 HD (al numero 501 del telecomando) oppure Canale 5 HD (5 o 505). Dal momento che questi canali adottano già il codec MPEG-4 AVC per via delle trasmissioni in alta definizione, se sono visibili allora significa che il TV e il decoder supportano l'MPEG-4 e possono affrontare almeno la prima fase dello switch-off, ovvero quella che va dal 1° settembre 2021 al 30 giugno 2022. Se, invece, si sente solo l'audio e sullo schermo (nero) appare un messaggio del tipo “Canali HD non supportati” o “MPEG-4 non supportato”, allora significa che sono compatibili solo con il codec MPEG-2 e che dal 1° settembre 2021 saranno inutilizzabili.

Come anticipato, i televisori e i decoder terrestri venduti a partire da gennaio 2017 sono dotati di sintonizzatore DVB-T2 HEVC. Non si è trattato di una libera scelta dei produttori ma di un'imposizione da parte del Governo contenuta nel decreto Milleproroghe 2014. Alcuni modelli venduti nel corso del 2016 potrebbero essere già dotati del tuner e del codec di nuova generazione ma, per avere una conferma, è necessario consultare la scheda tecnica e verificare l'eventuale presenza di aggiornamenti firmware che abilitano i nuovi standard.

Per verificare se TV e decoder supportano già le trasmissioni DVB-T2 HEVC si può quindi controllare la data d'acquisto, la scheda tecnica o, più semplicemente, sintonizzare i canali test Rai (al numero 100 del telecomando) oppure Mediaset (200). Entrambi i test vengono trasmessi ancora in DVB-T ma utilizzano il codec HEVC Main 10. Dal momento che quest'ultimo è stato introdotto successivamente al DVB-T2, sia nei TV sia nei decoder, la corretta visione dei canali test è garanzia assoluta del supporto a entrambi gli standard che verranno adottati nello switch-off del 1° luglio 2022. Se, invece, il TV e il decoder non permettono la visione dei canali test HEVC mentre funzionano correttamente con Rai 1 HD e Canale 5 HD (MPEG-4 AVC), allora è quasi certo che dal 1° luglio 2022 non saranno più utilizzabili per sintonizzare i canali terrestri.

Per la sola categoria dei TV , tutte le altre funzionalità (smart TV , sintonizzatore satellitare, monitor per sorgenti audio/video esterne come decoder Sky/tivùsat, lettore DVD/ Blu-ray, Box Android TV, chiavetta HDMI Amazon/Chromecast, ecc.) non subiranno invece alcuna modifica perché gli switch-off interesseranno la sola ricezione terrestre.

Cambia decoder grazie al Bonus TV

I decoder compatibili con gli switch-off del 2021-2022 e quindi capaci di sintonizzare sia i canali attuali sia quelli futuri, in SD e HD, sono oltre 200: si possono acquistare nei negozi fisici oppure online con prezzi a partire da soli 15 euro. L'elenco pubblicato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) www.mise.gov.it comprende circa 130 modelli, di tipo zapper, CAS Box o CI, che beneficiano del Bonus TV da 50 euro riservato alle famiglie a basso reddito. Gli zapper possono ricevere solo le trasmissioni gratuite (in chiaro), i CAS Box anche quelle a pagamento di Sky DTT mentre i CI (Common Interface – pochissimi modelli) sono simili ai CAS ma richiedono un modulo di decodifica aggiuntivo per i canali pay (CAM Common Interface).

Alcuni modelli sono dotati di un secondo sintonizzatore DVB-S/S2 che permette di ricevere anche i canali satellitari, in chiaro oppure a pagamento in presenza di CAS o slot CI (oltre alla CAM e all'eventuale smart card). L'offerta comprende anche modelli miniaturizzati per essere nascosti dietro al TV, dotati di telecomando “2 in 1” che permette di gestire, oltre al decoder, anche le funzioni principali del televisore come, per esempio, la regolazione del volume, il muting e la selezione dell'ingresso AV (es.: HDMI 1 per il decoder collegato). La maggior parte dei modelli integra la funzione PVR, cioè può registrare un programma su una chiavetta USB, rivederlo successivamente oppure fermarlo e riprenderlo in differita dallo stesso punto (Timeshift). I modelli più avanzati sono anche dotati di connettività Ethernet e WiFi, applicazioni connesse (meteo, IPTV, webradio, news, mappe, ecc.), supporto ai servizi interattivi MHP (RaiPlay, Mediaset Play, ecc.) e ai canali Sky DTT grazie al modulo CAS Nagravision integrato (CAS Box – ex Decoder Mediaset Premium).

Come scegliere il decoder

La scelta di una tipologia rispetto a un'altra dipende dalle singole esigenze. Chi finora ha utilizzato il TV solo per guardare i programmi televisivi e nient'altro, troverà in un decoder zapper la soluzione ideale e anche quella più economica. Gli abbonati Sky devono invece valutare i CAS Box oppure valutare la migrazione verso l'offerta via satellite o fibra. Chi possiede già un decoder satellitare, magari di vecchia generazione con sintonizzatore DVB-S (no HD), può approfittare dell'occasione per acquistare un modello “combo” con doppio tuner DVB-T/ T2+S/S2 in grado di sintonizzare i canali terrestri e satellitari attuali e futuri, SD e HD.
Esistono dei particolari decoder, come HDHomeRun, rivolti ad utenti più tecnologici che si collegano al router e abilitano la visione in streaming sulla rete WiFi-Lan.

Alle persone anziane o con deficit visivi consigliamo i modelli dotati di telecomandi semplificati con tasti giganti, mentre gli abbonati a Netflix, Prime Video, Disney+ e DAZN apprezzeranno sicuramente i box Android TV con tuner DVB-T2 HEVC.

Decoder gratis con il Bonus TV

Il “Bonus TV” ha un valore massimo di 50 euro ed è stato ideato per agevolare le famiglie a basso reddito nell'acquisto di TV e decoder compatibili con i nuovi standard terrestri. È valido fino al 31 dicembre 2022 oppure fino a esaurimento dei fondi stanziati (151 milioni di euro). Dal momento che il contributo viene concesso nel rispetto del principio di neutralità tecnologica, anche i decoder satellitari (tivùsat e altri) con tuner DVB-S/S2 MPEG-4/HEVC oppure con doppio tuner DVB-T2/S2 HEVC possono beneficiare dello sconto se riconosciuti conformi dai tecnici del MISE.

L'elenco completo e aggiornato di tutti i modelli idonei è visibile sul sito
https://bonustv-decoder.mise.gov.it/prodotti_idonei
con tanto di ricerca per codice EAN (European Article Number), marca, modello e tipologia (Tv e/o decoder).
Il Bonus TV può essere utilizzato solo dalle famiglie che rientrano nelle fasce ISEE 1 e 2, cioè con redditi cumulati fino a un massimo di 20.000 euro.
Per ottenere il contributo, erogato sotto forma di sconto praticato dal venditore sul prezzo ivato del prodotto acquistato, l'acquirente deve compilare una domanda con i propri dati anagrafici (scarica il modello sul sito del Ministero dello sviluppo economico), dichiarando che il valore ISEE relativo al nucleo familiare non supera i 20.000 euro e che altri componenti dello stesso nucleo non hanno già fruito del contributo.

Se il prezzo dell'apparecchio è inferiore a 50 euro, come per esempio molti zapper DVB-T2 HEVC presenti nella nostra guida all'acquisto, lo sconto applicato sarà pari al prezzo di vendita e senza la possibilità di ottenere un rimborso in denaro oppure l'emissione di un ulteriore bonus.

Decoder Digitale Terrestre: funzionalità integrate

Per facilitare la scelta del decoder più adatto alle singole esigenze, abbiamo selezionato le funzioni e le dotazioni più comuni, non sempre presenti in tutti i modelli: a cosa servono, come funzionano e quali vantaggi danno.

PVR – Permette di registrare un programma televisivo (film, serie TV, TG, talk-show, ecc.) su una chiavetta USB e di rivederlo (o archiviarlo) in qualsiasi momento. La registrazione può essere istantanea (basta premere il tasto REC) o programmata (timer). Alcuni modelli permettono di registrare fino a 2 programmi diversi e di guardarne un terzo, ma solo se i canali trasmettono tutti sulla stessa frequenza DTT.

Timeshift – È una funzione aggiuntiva del PVR che serve a bloccare un programma durante la messa in onda e di riprenderlo dopo qualche minuto guardandolo in differita. È utile per non perdersi una scena importante di un film oppure un'azione di gioco di una partita di calcio. Quasi sempre è associata al PVR, richiede una chiavetta USB e permette anche di spostarsi avanti e indietro per rivedere una scena, il programma dall'inizio o riportarsi al punto “live”.

Audiodescrizione – Permette alle persone cieche o ipovedenti di ascoltare una voce che descrive gli elementi visivi come costumi, ambientamenti, espressioni facciali, caratteristiche fisiche e azioni di un programma. Anche se disponibile su tutti i decoder perché utilizza una delle tracce audio disponibili (italiano, inglese, Dolby, ecc.).

Aggiornamento automatico dei canali – Effettua una scansione automatica e “silente”, sia durante il normale funzionamento sia in standby all'orario desiderato. È molto utile perché mantiene sempre aggiornata la lista canali evitando il continuo ricorso alla ricerca automatica.

Parental Control – Protegge con un codice PIN numerico (che va sempre mantenuto segreto) l'accesso al menu del decoder e/o, ai canali e ai singoli programmi. Questi ultimi devono trasmettere anche l'indicazione sull'età minima consigliata per permettere al Parental Control di bloccarla o consentirla in base all'età seleziona nel menu.

Applicazioni connesse – Previsioni meteo, mappe stradali e geografiche, webradio e IPTV (radio e TV in streaming), Feed RSS (notiziari) e altre applicazioni fruibili direttamente sul TV collegando il decoder a internet (Ethernet o Wi-Fi).

Doppio tuner – Consente di ricevere sia i canali terrestri sia quelli satellitari, ampliando l'offerta televisiva nazionale e internazionale. Richiede il collegamento a una parabola o a un impianto satellitare centralizzato.

Uscita Scart – Presa audio/video aggiuntiva alla HDMI che serve a collegare il decoder anche ai TV più vecchi sprovvisti di ingressi HDMI. L'uscita Scart non supporta la qualità video HD ma permette comunque di vedere anche i canali che trasmettono in HD (in qualità SD).

Uscita audio digitale – È una presa audio S/PDIF (acronimo di “Sony/Philips Digital Interface Format”) ottica o coassiale, dedicata al collegamento del decoder a soundbar, impianti Hi-Fi e Home Cinema. Risulta utile nel caso si possieda un sistema audio sprovvisto di ingresso HDMI.

Telecomando 2in1 – Telecomando programmabile idoneo anche per le funzioni base di un qualsiasi TV multimarca (volume, mute, sorgente AV, accensione/spegnimento, ecc.). Evita di utilizzare sia il telecomando del decoder sia quello del TV.

Telecomando semplificato – Telecomando con pochi tasti di grandi dimensioni adatto a bambini e anziani. In alcuni casi è anche programmabile per il TV (vedi Telecomando 2in1).

Dimensioni ultraridotte – Alcuni decoder sono miniaturizzati e/o dotati di spina Scart integrata per fissarli e nasconderli dietro al TV . Sono ideali negli spazi più ristretti (cucina, camper, ecc.) e offrono le stesse dotazioni e prestazioni di quelli più grandi.

Alimentazione a 12 V o Doppia Alimentazione 220 V/12 V – L'alimentatore esterno a 12 V permette di utilizzare il decoder sia a casa sia su mezzi mobili come camper, caravan e barche (220 Vo linea dedicata a 12 V senza bisogno dell'alimentatore).

Wi-Fi – Serve a collegare il decoder a internet, per esempio per le app connesse e l'aggiornamento del firmware, quando il modem/router è lontano e non è disponibile il cavo Ethernet.

Display frontale – Display a LED posizionato sul pannello frontale che indica il numero del canale sintonizzato (es.: 501 per Rai 1 HD) e l'orario corrente durante lo standby.