Rivoluzione open source per i termostati Nest dismessi da Google
Un progetto open source ridà vita ai termostati Nest Gen 1 e 2 con un'interfaccia intuitiva e controllo migliorato.
I termostati Nest di prima e seconda generazione, dismessi da Google, trovano nuova vita grazie a un progetto open source sviluppato da Cody Kociemba, sviluppatore e ricercatore di sicurezza. Il progetto No Longer Evil Thermostat promette un controllo migliore e un'interfaccia intuitiva che rivaleggia con l'originale, sfruttando software comunitario gratuito.
Questi dispositivi smart, lanciati tra il 2011 e il 2014, hanno smesso di ricevere supporto il 25 ottobre, perdendo l'integrazione con le app Nest e Google Home. Ora, possono essere usati solo come termostati 'dumb' con un'interfaccia a rotella per le regolazioni termiche.
Kociemba, membro del gruppo Hack House, ha deciso di intervenire, spinto anche da un premio di circa 15.000 dollari della FULU Foundation, che finanzia sviluppatori per liberare dispositivi dalle restrizioni aziendali. Il risultato è un nuovo firmware disponibile su GitHub, completo di istruzioni dettagliate per l'installazione.
Una volta installato il sistema, il termostato può essere gestito tramite un'interfaccia web locale simile all'originale di Nest, con opzioni di controllo della temperatura, pianificazione e integrazione con Home Assistant tramite MQTT o REST API. Tuttavia, il progetto è ancora in fase di test e potrebbe causare problemi ai dispositivi, pertanto è consigliato utilizzarlo solo con un sistema di riserva.
Cos'è il progetto No Longer Evil Thermostat?
Il progetto No Longer Evil Thermostat è un'iniziativa open source sviluppata da Cody Kociemba per ripristinare le funzionalità online dei termostati Nest di prima e seconda generazione, dopo che Google ha interrotto il supporto ufficiale. Questo progetto fornisce un firmware alternativo che consente ai dispositivi di comunicare con un server non-Google, ripristinando il controllo remoto e altre funzionalità smart.
Come si installa il firmware No Longer Evil sui termostati Nest?
Per installare il firmware No Longer Evil, è necessario scaricare il firmware e seguire le istruzioni dettagliate fornite dal progetto. Il processo include la connessione del termostato a un computer tramite USB, l'esecuzione di componenti di avvio personalizzati e la creazione di un account su No Longer Evil per completare l'associazione del dispositivo. Si raccomanda cautela, poiché il progetto è ancora in fase di test.
Quali sono i rischi associati all'uso del firmware No Longer Evil?
L'utilizzo del firmware No Longer Evil comporta alcuni rischi, poiché il progetto è ancora in fase di test. Gli sviluppatori avvertono che non si dovrebbe fare affidamento su questo firmware in situazioni critiche per il riscaldamento o il raffreddamento. È consigliabile utilizzarlo solo se si dispone di un termostato di riserva o se si è preparati a eventuali malfunzionamenti durante il test.
Perché Google ha interrotto il supporto per i termostati Nest di prima e seconda generazione?
Google ha interrotto il supporto per i termostati Nest di prima e seconda generazione nell'ottobre 2025, limitando significativamente le loro funzionalità. Questa decisione ha reso i dispositivi incapaci di ricevere aggiornamenti software e ha rimosso l'accesso remoto, riducendoli a semplici termostati manuali.
Quali alternative esistono per gli utenti con termostati Nest non supportati?
Gli utenti con termostati Nest non supportati possono considerare l'installazione del firmware No Longer Evil per ripristinare alcune funzionalità smart. In alternativa, possono valutare l'acquisto di modelli più recenti supportati da Google o esplorare altri termostati smart disponibili sul mercato che offrono funzionalità simili.
Quali sono le implicazioni della dipendenza dei dispositivi smart dai servizi cloud?
La dipendenza dei dispositivi smart dai servizi cloud implica che, se il supporto viene interrotto, le funzionalità avanzate possono essere compromesse o perse. Questo solleva preoccupazioni sulla longevità e sull'affidabilità di tali dispositivi, evidenziando l'importanza di soluzioni che offrano controllo locale o alternative open source per garantire un uso continuativo.