Storia della Silicon Valley
La storia dell’industria hi-tech e dell’economia della Bay Area non può essere trattata senza tenere in considerazione gli aspetti sociali e culturali che caratterizzarono la regione. Come Atene, l’Italia del Rinascimento, Parigi e Berlino all’inizio del ‘900, la Silicon Valley è oggi il simbolo del progresso tecnologico ma contemporaneamente rappresenta anche l’affermazione di un modello culturale che esalta la creatività degli individui.
Uno stile di vita alternativo, un carattere irriverente e una visione utopica, sembrano dei geni da sempre appartenuti alla Bay Area, a partire dai movimenti artistici di inizio secolo, passando per la controcultura della generazione hippie.
Nonostante il maggior risalto dato ai fattori tecnologici, la componente fondamentale per l’ascesa della regione è stata senza dubbio la creatività. Ciò è strettamente collegato allo spirito di indipendenza e all’individualismo che anticipò la Silicon Valley e che portò alla filosofia del “do it yourself”, tipica degli hobbisti. La passione di armeggiare con gli ultimi ritrovati della tecnologia è sempre stata molto diffusa fra gli americani, ma la costa Ovest aveva l’ulteriore vantaggio di essere abbastanza distante da tutti i colossi industriali.
Federal Telegraph Corp. (FTC), Litton Industries e AMPex, furono le aziende pioniere a cui gli storici fanno riferimento per segnare l’inizio della Silicon Valley, durante i primi anni del XX secolo, molto tempo prima che venisse battezzata così. Tuttavia, i tratti distintivi
di quelle prime iniziative imprenditoriali possono essere spostati ancora più indietro; per certi versi derivano direttamente dallo spirito del Selvaggio West: i personaggi stravaganti e individualisti che attraversavano la frontiera disposti ad accettarne i rischi, possono
essere considerati i precursori dei guru della Silicon Valley.
Ogni prodotto di consumo per il mercato di massa ha provocato dei cambiamenti nella società, dalla Coca Cola a McDonald’s, dai blue jeans al cinema. Tuttavia, la Silicon Valley si è specializzata in prodotti che causano mutamenti più profondi e in modo più endemico. Ci sono, infatti, altri luoghi nel mondo in cui viene creata della tecnologia anche più sofi sticata, come aerei e reattori nucleari. Ma sono stati i personal computer, i servizi web e gli smartphone ad aver cambiato le nostre vite in modo più pervasivo. Queste sono le tecnologie in cui eccelle la Silicon Valley: non per il livello di complessità ma per l’impatto che hanno sulla società. In un certo senso, la Silicon Valley “ama” le tecnologie socialmente destabilizzanti, che portano cambiamenti radicali.
Il modello della Silicon Valley, frutto di un complesso intreccio sociale, culturale, economico e tecnologico, è difficilmente esportabile e, anche ai giorni nostri, potrebbe funzionare in pochissimi luoghi al mondo. La Bay Area rappresenta un polo di attrazione per i migliori cervelli provenienti da tutto il mondo, grazie alla sua immagine di regione cosmopolita, avanzata e “cool”, una terra promessa per i giovani laureati della Costa Est, dell’Europa e dell’Asia.
La prima ondata di immigrati con un elevato livello di istruzione, iniziò negli anni ‘60, molto prima del boom della Silicon Valley e avvenne per motivi più legati alla “Estate dell’amore” e al surf che all’industria dei semiconduttori. Poiché la Bay Area era sottopopolata, quegli immigrati, nazionali e internazionali, finirono per costituire
non un’isolata minoranza ma quasi la maggioranza, un fatto che li incoraggiò a comportarsi come cittadini di prima classe e non come dei mercenari al soldo delle imprese locali.
Bisogna anche ammettere che le invenzioni partorite nella Silicon Valley siano state un numero esiguo. La Silicon Valley non inventò il transistor, il circuito integrato, il personal computer, internet, il world-wide web, il browser, il motore di ricerca, i social network o lo smartphone. Ma la Silicon Valley giocò un ruolo determinante nel rendere queste invenzioni “virali”. Come se le imprese avessero sviluppato un fi uto particolare nell’individuare il potere destabilizzante di un’invenzione per poi ricavarci un fiume di denaro. Questa “creatività distruttiva” è ciò che si intende comunemente quando si parla del principale fattore di innovazione della Silicon Valley.
Le persone, specialmente europee, si chiedono perché la Silicon Valley prese vita proprio in quei luoghi. Una semplice risposta è che gli Americani, e in particolare i Californiani, sono molto più amichevoli degli Europei nei confronti degli individui eccentrici e
indipendenti. In Europa un impiegato che non indossa giacca e cravatta difficilmente può far carriera. Ne consegue che i dipendenti che scalano le gerarchie aziendali tendono ad essere quelli meglio vestiti e non necessariamente i più capaci e creativi. In California anche i miliardari indossano blue jeans e t-shirts.
Uno dei motivi per cui la Silicon Valley non poteva concretizzarsi in Europa è la mentalità di estrema prudenza e avversione al rischio, tipica delle multinazionali del vecchio continente. Di solito il management non offre l’opportunità di lavorare a qualcosa di nuovo. Al contrario, la Silicon Valley ha amplificato la passione americana per il rischio.
Un’altra differenza sostanziale fra la Silicon Valley e il resto del mondo, in particolare l’Europa, è la mentalità delle istituzioni universitarie. Le università europee sono organizzazioni statiche con burocrazie feudali, in cui i professori sono come baroni che esigono favori dagli assistenti e, a loro volta, agiscono come vassalli al servizio dei rettori, per tutta la carriera. Al contrario, le università della Bay Area incoraggiano le loro facoltà a dar vita alle proprie imprese.
Infine, ci si potrebbe interrogare del perché il fenomeno si manifestò sulla Costa Ovest e non sulla Costa Est, che era una regione almeno altrettanto ricca, evoluta e cosmopolita. La risposta è la stessa che spiega anche il motivo per cui il movimento hippie nacque a San Francisco, o il Free Speech Movement a Berkeley: la presenza di un puro sentimento rivoluzionario che sfi dava le tradizioni consolidate e la ferma convinzione di poter cambiare il mondo.
Lo stile di vita della Bay Area crea una sorta di pressione sociale nell’essere differenti. Durante i party, gli imprenditori non parlano di come hanno fatto i loro soldi, ma piuttosto del modo in cui li stanno investendo per creare nuova ricchezza. Sotto certi aspetti, i
multimilionari della Silicon Valley sviluppano un senso di gratitudine verso il sistema che gli ha consentito di creare dal nulla un’enorme fortuna. È un fenomeno che fa parte della società americana ma in questa regione ha trovato la sua più sublime espressione.
Da queste parti, sembra che le persone intuiscano istintivamente la differenza fra la ricchezza e il denaro, un concetto che spesso sfugge alle multinazionali di Wall Street.
Il denaro è uno strumento utile per misurare valore e facilitare le transazioni. Il denaro è a somma zero (a meno che le banche centrali decidano di stamparne di più). È semplicemente un modo per spostare la ricchezza.
La ricchezza consiste invece in beni e servizi che migliorano la vita delle persone. Include beni tangibili (cibo, vestiti, case, automobili, gadgets) e beni immateriali (assistenza sanitaria, attività sportive e culturali, servizi per i cittadini, vacanze, intrattenimento, ecc.). Ciò che fanno la maggior parte degli imprenditori della Silicon Valley è creare ricchezza: soddisfano i bisogni delle persone. I profitti in denaro sono solo lo strumento che misura il successo delle aziende.
La ricchezza crea ricchezza, non è a somma zero come il denaro.
Nonostante il pensiero comune, le aziende delle Silicon Valley hanno sviluppato una cultura della collaborazione e incentivano la nascita di start-up poiché sono consapevoli che cooperare ed alimentare il processo di continua innovazione, contribuisce a rendere sempre più grande la torta da spartire.